sabato 16 maggio 2015

Fenomeni tipici del Dialetto Aretino


ARMONIA VOCALICA

L’aretino mostra una spiccata tendenza a preferire vicini suoni identici o simili, soprattutto nei diminutivi. Es. berrettino > birrittino. In questo caso la sequenza vocalica E-E-I viene trasformata nella sequenza I-I-I. Uguale evoluzione ha la serie E-I-I. Es. medicina > middicina. Si tratta nel primo caso di una doppia assimilazione delle due atone E alla tonica I (birrittino) e di un’unica assimilazione della E atona alla I tonica nel secondo (middicina). Possiamo quindi  dire che in molti vocaboli si ha una sorta di armonia vocalica che si registra un po’ per tutte le vocali.

ASSIMILAZIONI CONSONANTICHE

La più frequente è quella del gruppo RS > SS che si ha sempre nei verbi riflessivi. Es. lamentarsi > lamentasse.Nello stesso modo, quando l’infinito è breve, l’R della desinenza si assimila alla consonante che immediatamente segue. Es. bertanto > bettanto.

DISSIMILAZIONI CONSONANTICHE

Sono soprattutto frequenti quelle dei gruppi NN che sitrasforma in ND e MM che si trasforma in MB. Es. cenere (cennere) > cendere, semola (semmola) > sembela.

GRUPPI   LS  -NS -  RS

In aretino non esistono. Sono sostituiti dai gruppi LZ - NZ - RZ. Es. malsano > malzano, insieme > inzieme, arsella > arzella.

CONSONANTISMO

La L palatale passa in alcuni casi  a L laterale prepalatale (GL). Es. cavalli > cavagli (cavaľľi), salita > saglita (saľľita).

FORESTIERISMI

L’aretino non ammette parole che terminano per consonante. I termini latini ancora in uso e le parole straniere vengono modificate o elidendo la consonante finale, o raddoppiandola con l’ag- giunta di una vocale paragogica, in genere la E. Es. camion> camioo camionne, amen> ammene, bar> barre, gas> gasse

BETACISMO

Consiste nella sostituzione della consonante V con la B. Es. malva > malba.

GEMINAZIONI CONSONANTICHE

Sono frequenti, pur senza una regola fissa, in molte consonanti. Es. cocomero > coccomero, uva > uvva.

DEGEMINAZIONI CONSONANTICHE

Sono frequenti, pur senza una regola fissa, in molte consonanti. Es. babbo > babo, mamma > mama.

METATESI CONSONANTICHE

Il fenomeno consiste nello spostamento di una consonante all’interno della parola. Es. dentro > drento.

ROTACIZZAZIONE

Consiste nel passaggio di un’articolazione fonetica, di solito la L, a R. Es. caldo > cardo. Esiste anche il fenomeno inverso con passaggio della R a L. Si tratta, in sostanza, di un fenomeno di laterizzazione. Es. arbitro > albitro, ringhiera >linghiera.

SUPINO

Rispetto al supino italiano, l’aretino predilige le forme brevi. Es. comprato> compro.

NEGAZIONE

La negazione italiana NON è sostituita da UN. Es. non parto > un parto.

PREFISSO ITERATIVO

Al prefisso iterativo RI-RA, l’aretino sostituisce AR. Es. ritornare > artonnare.

USO DEL VERBO AL SINGOLARE

L’aretino predilige l’uso del singolare alla terza persona anche quando il soggetto è plurale. Es. ci sono tanti ragazzi > c’è tanti ragazzi.

LENIZIONE

Consiste nel passaggio si una consonante da sorda a sonora. Es. quaderno > guaderno.

PARAGOGE

Consiste nell’aggiunta della vocale E al termine di una parola. Es. farà > faràe.

A PROSTETICA

In molti vocaboli e verbi inizianti in italiano per consonante, viene premessa una A. Es. radio > aradio.

COMPLEMENTO DI TERMINE


L’aretino predilige il doppio complemento di termine usato come rafforzativo. Es. mi piace > a me mi piace.

Grammatica Comparata Aretina


L’ALFABETO

È composto da 21 lettere come quello italiano. Va precisato che l’aretino non accetta di buon grado i forestierismi, perciò non troveremo gli altri 5 simboli che si usano per lo più per trascrivere parole straniere entrate nella lingua italiana, j,k,w,x,y. I termini stranieri vengono modificati e adattati all’uso aretino (vedi Forestierismi).

VOCALI

Sono le più piccole unità di articolazione linguistica, cioè rappresentano dei suoni che possono essere pronunciati da soli. Come in italiano sono sette: A, È (e aperta di mèsto), É (e chiusa di péro), I, Ò (o aperta di òpera), Ó (o chiusa di dóve), U.

TONICHE

A
L’A tonica, soprattutto in voce piana e negli infiniti della I° coniugazione, passa di regola ad E aperta (È). Es. pane = pène, amare = amère. Il fenomeno è quasi del tutto scomparso, persistendo solo in parlanti molto anziani.
Fanno eccezione:
Le voci ossitone monosillabiche. Es. ma, sta. I sostantivi astratti uscenti in TÁ. Es. volontà. La terza persona singolare del futuro. Es. darà, dirà. Il fenomeno della paragoge non influisce sulla vocale in questione, quindi avremo forme come daràe, diràe. Gli infiniti della I° coniugazione con suffisso un pronome. Es. fammi >famme, dimmi > dimme.
E
L’ E italiana aperta (È)  passa di regola ad E chiusa (É). Es. bene > béne.
I e U
Rispetto alla forma italiana la I  e la U passano in molte parole, soprattutto di fronte a nasale (N), ad E chiusa (É) ed O aperta
(Ò). Es. tinto > ténto, fungo > fòngo. 
O
La O italiana aperta (Ò) passa di regola ad O chiusa (Ó). Es. modo > módo.

DITTONGHI

AI
Il dittongo italiano AI passa di regola ad E aperta (È) nella seconda persona singolare del presente indicativo e del futuro. Es. dai > dè, farai > farè.
IE
Il dittongo italiano IE con la E aperta (IÈ) passa di regola ad IÉ con la E chiusa (É). Es. chiesa > chsa.
UO
Il dittongo italiano UO con la O aperta (Ò) passa di regola ad O chiusa (Ó). Es. buono > bóno.

ATONE

PROTONICHE

A
Rimane inalterata.
E
Passa di regola ad A nelle parole terminanti in ERÍA. Es. osterìa >ostarìa.
Passa di regola ad I dinanzi a nasale, vibrante dentale, dentale sonora. Es. sentimento > sintimento, merendina > mirindina, medicina > middicina.
I
Passa di regola ad E chiusa (É) dinanzi ad occlusiva velare, sorda, fricativa, labiodentale sonora. Es. sicuro > securo, difatti > defatti.
O
Passa in genere ad U. Es.orecchio > urecchio, odore > udore.Passa di regola ad U nei diminutivi e nelle parole inizianti con TAV, PRO, CON, COM. Es. tavolino > tavulino, prosciutto > prusciutto, confessione > cunfissione, combriccola > cumbriccola.  

POSTONICHE

A
Passa di regola ad E chiusa (É) nelle parole terminanti in ACO. Es. stomaco > stomméco.
Nella terza persona plurale del presente indicativo dei verbi trisillabici della I° coniugazione. Es. amano > améno.Nella seconda persona dell’imperativo con suffisso un pronome personale. Es. amala > améla, parlami > parléme.
I
Passa di regola ad E chiusa (É) nelle parole terminanti in ICO, IMO. Es. manico > mannéco, attimo > attémo.
O
Può passare ad E chiusa (É), ma può anche rimanere invariata nei vocaboli terminanti in OLO, OLA. Es. tavola > tavéla o tavola, seggiola > seggéla o seggiola.
Può passare ad E o UE con la E chiusa (É) quando è preceduta da C velare o G. Es. pecora  > pechéra o peqra, trogolo > troghélo o troglo.

CONSONANTI

Sono suoni che non si possono pronunciare da soli, ma nel contesto della parola, di solito comprese tra vocali,cioè suonano insieme ad altri suoni. Qui, per alcune, troviamo già notevoli diffe- renze sulla pronuncia rispetto all’italiano, quindi dobbiamo analizzarle una per una:
B -  bilabiale dell’italiano babbo, non presenta differenze.
C -  esistono come in italiano vari tipi di C:
C - velare con pronuncia Kdell’italiano casa, non presenta differenze.
C - dolce con pronuncia C dell’italiano cece, non presenta differenze.
C - fricativa sibilante con pronuncia Ȼ simile a SC dell’italiano pesce, tipica dell’aretino. Es. pace > paȼe.
C - con pronuncia postpalatale occlusiva sorda (Č). È tipica del dialetto aretino e si trova nei gruppi CHI, CHIA, CHIE, CHIO, CHIU. Es. chiodo > čodo.
D - dentale con pronuncia D dell’italiano dado, non presenta differenze.
D - con pronuncia occlusiva postopalatale sonora (Ḓ). È tipica del dialetto aretino, si trova nei gruppi DIA, DIE, DIO, DIU ed ha un suono tra D e G. Es. diavolo>avolo.
F - labiale fricativa con pronuncia F dell’italiano favore, non presenta differenze.
G - gutturale o velare con pronuncia G dell’italiano gatto, non presenta differenze.
G - con pronuncia occlusiva postpalatale sonora (Ĝ). È tipica del dialetto aretino. Si trova nei gruppi GHI, GHIA, GHIE, GHIO, GHIU ed ha un suono tra G e D. Es.  ghiotto > ĝotto.
G - fricativa sonora (J) con pronuncia simile al francese jardin. È tipica del dialetto aretino. Es. giardino > jardino. 
H  - non presenta differenze.
L - dentale liquida con pronuncia L dell’ italiano  lancia, non presenta differenze.
L - laterale prepalatale (Ľ) con pronuncia simile a GL. È tipica del dialetto aretino. Es. ala > aglia (al’a).
M - labiale con pronuncia M dell’italiano mare, non presenta differenze.
N - dentale nasale con pronuncia N dell’italiano naso, non presenta differenze.
N - nasale prepalatale (Ń) con pronuncia simile a GN. È tipica dell’aretino. Es. niente > gnente (ńente).
P - bilabiale con pronuncia P dell’italiano popone, non presenta differenze.
Q - gutturale occlusiva con pronuncia Q dell’italiano quadro, non presenta differenze.
R -  dentale  liquida con pronuncia R dell’ italiano  ramo, non presenta differenze.
S - dentale sorda (S) con pronuncia S dell’italiano suono, non presenta differenze.
S - dentale sonora (ʃ) con pronuncia S dell’italiano sdebitare, non presenta differenze.
T - dentale occlusiva con pronuncia T dell’italiano tetto, non presenta differenze.
T - con pronuncia occlusiva postpalatale sorda (Ṱ). È tipica del dialetto aretino. Si trova nei gruppi TIA, TIE, TIO, TIU e ha suono tra C e T. Es. bestia > besa.
V - labiale con pronuncia V dell’italiano voce, non presenta differenze.
Z - dentale sorda (Z) con pronuncia Z dell’italiano zio, non presenta differenze.

Z - dentale sonora (ʑ) con suono Z dell’italiano zanzara, non presenta  differenze.